“Detto poesia”
“L’uccello di fuoco
della mia mente malata,
questo passero grigio
che abita nel profondo
e col suo pigolio
sempre mi fa tremare
perché pare indifeso,
bisognoso d’amore,
qualche volta ha una voce
così tenera e nuova
che sotto il suo trionfo
detto poesia.”
-Alda Merini-
“detto poesia”
Anch’io, sotto questo uccello di fuoco – che io preferisco chiamare “demone” detto poesia. Raramente lo faccio quando sono calma, allegra. Anche, sì, ma le poesie hanno due significati diversi. Quella dettata dal mio demone è uno sfogo, il riversarsi di un fiume in piena, il grido di una bambina sofferente dentro di me; quella allegra è un grido di gioia, un voler imprimere quei momenti per ricordarli al demone, per ricordarmi che non mi ha distrutto e non mi sta distruggendo. posso vivere anche con lui. E posso vivere bene, felice.
Sono due stili diversi, dettati dalla sofferenza o dalla gioia. Sono urla o sussurri. Sono schiaffi o carezze.
Sono felice, sono scesa a patti con il mio demone. Lui vive dentro di me, si nutre di me; ma non viceversa, io non sono più lui.