“Detto poesia”

“Detto poesia”

24 Dicembre 2020 0 Di Cecilia Panzera

“L’uccello di fuoco

della mia mente malata,

questo passero grigio

che abita nel profondo

e col suo pigolio

sempre mi fa tremare

perché pare indifeso,

bisognoso d’amore,

qualche volta ha una voce

così tenera e nuova

che sotto il suo trionfo

detto poesia.”

-Alda Merini-

“detto poesia”

Anch’io, sotto questo uccello di fuoco – che io preferisco chiamare “demone” detto poesia. Raramente lo faccio quando sono calma, allegra. Anche, sì, ma le poesie hanno due significati diversi. Quella dettata dal mio demone è uno sfogo, il riversarsi di un fiume in piena, il grido di una bambina sofferente dentro di me; quella allegra è un grido di gioia, un voler imprimere quei momenti per ricordarli al demone, per ricordarmi che non mi ha distrutto e non mi sta distruggendo. posso vivere anche con lui. E posso vivere bene, felice.

Sono due stili diversi, dettati dalla sofferenza o dalla gioia. Sono urla o sussurri. Sono schiaffi o carezze.

Sono felice, sono scesa a patti con il mio demone. Lui vive dentro di me, si nutre di me; ma non viceversa, io non sono più lui.